José Mourinho.
Ci sono tanti allenatori normali, è poi c’è José Mourinho, lo “Special One”, capace di vincere il titolo in quattro Paesi diversi, di conquistare la Champions League senza partire con i favori del pronostico – come avvenuto nel 2004, con il Porto, o nel 2010 con il magico punto esclamativo messo sul triplete nerazzurro -, e dì alzare al cielo con la Roma la prima edizione della Conference League.
Un allenatore in grado di motivare i propri giocatori come nessun altro, ascoltando “il rumore dei nemici” e attirando tutte le pressioni su di sé, anche con provocazioni e battute al fulmicotone che hanno riempito i titoli dei giornali.
Perché, lo si ami o lo si detesti, Mou è l’unico, vero “Special One”.





